Buona parte dell'Ungheria è occupata da una pianura sterminata, fino all'orizzonte, anch'esso piattissimo. Per
un'italiana è stupefacente: nel nostro Paese anche il punto della
Pianura Padana più lontano dalle Alpi lascia intravvedere una
qualche altura almeno all'orizzonte, siano gli Appennini, le Alpi o qualche
collina perduta. L'Ungheria no. Ti accompagna per chilometri e
chilometri con una pianura assolata, infinita e piatta. In ungherese
è la puszta, un territorio attraversato dal fiume Tibisco, uno dei
più importanti del Paese, che ne condiziona il paesaggio, con i suoi
meandri, portatori di fecondità e agricoltura. La Grande Pianura
Ungherese è abitata da millenni, anche se le tribù nomadi magiare
sono arrivate solo nel IX secolo e qui si sono fermate, resistendo a
tutti gli invasori e occupanti, fossero Turchi o Austriaci, con la propria identità e la propria lingua ugro-finnica, incomprensibile a chiunque in Europa
(appartiene alla stessa famiglia del finlandese e dell'estone,
anch'essi non indo-europei). La civiltà della puszta è antica e
contadina, fortemente legata al ritmo delle stagioni e degli animali;
non è raro passare e vedere mandrie di buoi e cavalli al galoppo.
Qui, del resto, gli ungheresi danno sfogo all'atavica passione per la
libertà, di cui i cavalli sono stati fedeli strumenti per secoli: il
nomadismo abbandonato, torna nella puszta, dove gli allevatori danno
prova anche della loro abilità equestre, retaggio di millenni di
civiltà.
Sembra di entrare in un altro mondo, che può ricordare un po' le grandi pianure americane dei film sul Far West e che, comunque, è decisamente lontano dalla cosmopolita Budapest, nonostante sia a poche centinaia di chilometri. Ci si sente un po' fuori dal tempo (non indietro nel tempo, perché non sarebbe corretto, tablet e smartphone girano anche nel Parco Nazionale di Kiskunság o a Debrecen), in una dimensione in cui non contano la velocità , quanto il ritmo del sole e il calore della terra.
Secondo BBC Travel, che dedica alla Grande Pianura Ungherese un bel reportage fotografico, siamo davanti alla terra dei cow-boy d'Europa. Pensando alle mandrie di cavalli, ai loro veloci fantini, alle pianure ora verdeggianti e ora brulle, non si può che condividere questa magnifica definizione! Non perdetevi le foto, su www.bbc.com
Sembra di entrare in un altro mondo, che può ricordare un po' le grandi pianure americane dei film sul Far West e che, comunque, è decisamente lontano dalla cosmopolita Budapest, nonostante sia a poche centinaia di chilometri. Ci si sente un po' fuori dal tempo (non indietro nel tempo, perché non sarebbe corretto, tablet e smartphone girano anche nel Parco Nazionale di Kiskunság o a Debrecen), in una dimensione in cui non contano la velocità , quanto il ritmo del sole e il calore della terra.
Secondo BBC Travel, che dedica alla Grande Pianura Ungherese un bel reportage fotografico, siamo davanti alla terra dei cow-boy d'Europa. Pensando alle mandrie di cavalli, ai loro veloci fantini, alle pianure ora verdeggianti e ora brulle, non si può che condividere questa magnifica definizione! Non perdetevi le foto, su www.bbc.com