Se siete in vacanza a Roma, per qualche giorno, tra le escursioni
possibili, non dimenticate Villa Adriana, a Tivoli. E' uno dei siti
archeologici di maggiore fascino dell'intera romanità e meriterebbe
davvero molta più attenzione da parte dei viaggiatori, per le
suggestioni architettoniche e letterarie.
Raggiungere la Villa da Roma è relativamente facile, anche con i mezzi di trasporto pubblico, che sono decisamente consigliabili. Basta raggiungere la fermata Ponte Mammolo della linea B della metropolitana e prendere poi l'autobus CoTral per Tivoli, via Prenestina; la fermata Villa Adriana è a soli 300 metri dal sito archeologico (gli orari degli autobus sono su http://www.cotralspa.it). Per visitarla prendetevi tranquillamente una mezza giornata molto abbondante (meglio dalla mattina fino al primo pomeriggio). Il sito archeologico si stende su un'area piuttosto vasta e qui vi suggerisco cosa vedere, per avere un'idea della Villa e del suo significato nella cultura e nell'architettura romana. Prima, però, un paio di consigli.
Cercate di visitare Villa Adriana avendo letto Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar; il libro introduce nella cultura romana, in quell'età in cui 'gli antichi dei non c'erano più e il nuovo Dio non si era ancora affermato e l'uomo era da solo, davanti a se stesso', dà voce a una straordinaria figura di uomo, l'imperatore Adriano, ovviamente romanzato, ma perfetta sintesi delle inquietudini delle classi colte del suo tempo. Avendo letto il libro, si apprezza di più, muovendosi nei resti della sua villa, il senso della sua passione per i viaggi, per l'architettura, e la sua stessa idea di bello e di Roma. L'uomo che secondo Marguerite Yourcenar "si sentiva responsabile della bellezza del mondo", cercò di riprodurre a Tivoli, nella sua Villa, parte della bellezza che aveva ammirato nelle regioni dell'Impero, attraverso le quali aveva viaggiato instancabile. L'altro consiglio che posso darvi è di visitare la Villa avendo un'idea dell'architettura romana: il complesso di Tivoli è la sua summa, è una testimonianza di quanto avesse il controllo delle linee curve e sapesse utilizzare la duttilità del calcestruzzo per realizzare coperture e piante dalle forme sempre più ardite. Basti pensare al Pantheon, anch'esso di età adrianea, o al Tempio di Minerva Medica, nei pressi della Stazione Termini, a Roma, appena successivo. Pensate che con il crollo dell'Impero Romano e del sapere della cultura latina, causa invasioni barbariche, si dovettero aspettare Filippo Brunelleschi e il Duomo di Firenze, nel XV secolo, per tornare a sperimentare la linea curva e le cupole ardite.
La visita a Villa Adriana inizia nel Pecile, uno dei vari padiglioni che, secondo la tradizione, Adriano fece costruire in ricordo dei monumenti visitati, in questo caso la stoà Pecile di Atene, un lungo edificio porticato in cui si tenevano riunioni pubbliche; l'omologo di Villa Adriana era un grandioso edificio rettangolare, che sul lato corto occidentale, verso la campagna romana (ammirate il panorama!), era dotato di robusti terrapieni per superare il dislivello; sul lato lungo settentrionale c'era un doppio portico di cui rimane oggi solo il muro di spina, attraverso il quale si entra nel complesso archeologico (ancora oggi si può ammirare la perfezione della tecnica costruttiva, davvero ammirevole). Il Pecile smista i visitatori verso le due principali aree della Villa.
Possiamo scegliere di andare nella Sala dei Filosofi, un'ampia sala caratterizzata da una grande abside con varie nicchie, in cui trovavano posto, probabilmente, statue della Famiglia Imperiale. La Sala dà accesso a una delle strutture più famose e più originali della villa, il Teatro Marittimo. Si tratta di un singolare edificio rotondo, con al centro un'isola, anch'essa rotonda, circondata da un anello d'acqua e da un portico; nell'isola, non visitabile, ma apprezzabile dal porticato, Adriano fece ricreare, in piccole e perfette proporzioni, una domus romana, con tanto di terme; la tradizione vuole che l'Imperatore si ritirasse qui quando voleva stare solo e dedicarsi all'otium, ovvero allo studio delle stelle, della filosofia, della letteratura: faceva ritirare i due ponti levatoi dall'anello d'acqua e rimaneva completamente isolato, con se stesso e i propri interessi. Del Teatro Marittimo colpisce la grande eleganza delle proporzioni, la perfezione estetica delle colonne, del porticato, dell'isola. Davvero un compendio originale della sapienza di Roma.
Usciti dal Teatro Marittimo, si succedono una serie di sale dalla funzione sconosciuta, ma dal grande fascino architettonico: tra queste colpisce l'attenzione soprattutto la Sala dei Pilastri Dorici (non si sa se fu davvero una Sala, coperta, o un cortile, all'aperto, ma la perfezione delle sue strutture murarie, come quella delle sale adiacenti è la cosa che importa di più).
Si arriva finalmente alla Piazza d'Oro uno dei padiglioni più importanti della Villa e dell'intera romanità, testimonianza della sicurezza e delle conoscenze dell'architettura romana. Era formato da un grande giardino rettangolare, con vasca al centro, parallela al lato lungo; sul lato meridionale, ci sono i resti di un grandioso edificio che aveva al centro una sala ottagonale, molto probabilmente coperta, i cui giochi di linee concave e convesse creano prospettive con i giochi d'acqua delle fontane, danno leggerezza all'ambiente e testimoniano la padronanza romana della linea curva. La Piazza d'Oro era un complesso riccamente decorato con mosaici, statue, marmi, probabilmente più che nel resto della villa, già sfarzosamente arredata; è da qui che arrivano numerose opere d'arte ospitate nei musei di mezzo mondo. Il sito archeologico non rende la grande bellezza e il grande valore estetico che la sala ottagonale, con le sue colonne di marmo che si aprivano sugli ambienti laterali, anch'essi eterei e colonnati, regalava ai suoi ospiti. Per eleganza e lusso, si ritiene che la Piazza d'Oro sia stata uno dei complessi della Villa riservati alle feste e al ricevimento degli ospiti più importanti.
Dalla Piazza d'Oro si ritorna indietro, per trovare una sequenza di sale che riportano verso il Pecile: l'Edificio con Peschiera (la Residenza vera e propria dell'imperatore?), il Ninfeo-Stadio (un triclinio estivo, abbellito da giardini e giochi d'acqua?) e la Sala con Tre Esedre (l'atrium alla residenza imperiale?). Sono tutti padiglioni di cui si ignora la funzione, ma di cui si ammira, ancora una volta, nonostante siano rimasti solo i resti, la composizione architettonica, la muratura perfettamente eseguita, il senso del bello, la capacità di adattamento degli architetti romani all'andamento del terreno e ai suoi dislivelli. Questo complesso di edifici si trova al centro della Villa, unito al Pecile e alle Terme, e, attraverso gallerie sotterranee al Teatro Marittimo, per cui è facile identificarlo con gli appartamenti privati di Adriano. La teoria è appoggiata anche dalla vicinanza alle Piccole e Grandi Terme; come dice il loro nome, si tratta di due edifici riservati alle terme, dotati di tutti gli ambienti necessari per il ciclo dei bagni (in entrambi i casi sono visibili anche gli spazi sotterranei, attraverso i quali passava l'aria calda, sostenuti da piccoli pilastrini di laterizi). Le dimensioni e le decorazioni fanno pensare che le Piccole Terme fossero riservate al personale della Villa e quelle Grandi agli ospiti dell'imperatore. Dovete immaginare tutti gli spazi della villa con pareti di marmo (in molti casi sono visibili ancora i fori per le grappe di sostegno delle lastre di marmo), coperture e pavimenti di mosaico o riccamente affrescati, decorati da statue, fontane, giochi d'acqua che chiudevano le prospettive, tra agili colonne di marmo, elegantemente slanciate.
Ho lasciato per ultimo lo spazio della Villa che più amo e che probabilmente più ha influenzato il senso del bello nei secoli successivi, dal Rinascimento in poi: il Canopo. Si tratta di un lungo canale d'acqua, inserito in una piccola valle appositamente creata e chiuso su un lato da un edificio absidato, tradizionalmente identificato con un Serapeion. La tradizione vuole che il Canopo riproduca il canale egizio che collegava Alessandria con Canopo, in cui si trovava un famoso tempio di Serapide. Escluso che la funzione del Canopo adrianeo fosse religiosa, escluso anche che fosse dedicato all'amatissimo Antinoo, morto in Egitto, sebbene la teoria sia romantica, si pensa che il Serapeion della Villa fosse una sorta di triclinio estivo, in cui l'imperatore riceveva i suoi ospiti, deliziandoli con questo canale fiancheggiato da cariatidi e da un colonnato di architravi ad arco alternati ad architravi rettilinei, e abbellito da statue di divinità, che poi hanno profondamente influenzato il senso dell'eleganza dell'Occidente.
Per me, questi sono i padiglioni essenziali di Villa Adriana: vedi il Teatro Marittimo e il Canopo, fermati di tanto in tanto ad ammirare la perfezione dell'opus delle pareti rimaste in piedi e ripensa al senso del bello che l'Occidente deve a Roma.
Le foto del Pecile, del Teatro Marittimo, della Piazza d'Oro e del Canopo, appartengono al sito ufficiale di Villa Adriana, www.villaadriana.beniculturali.it, in cui potete trovare tutte le informazioni pratiche per organizzare la vostra visita alla Villa.
Perché:
- è a pochi km da Roma ed è un'ottima escursione se si passa qualche giorno nella capitale
- è la più importante villa di età imperiale giunta a noi, residenza privata di un imperatore
- è la sintesi più completa, in un solo posto, della sapienza dell'architettura romana
- è indispensabile per chi vuole sapere qualcosa di più della cultura romana
Orari:
9-17 dal 2 gennaio al 31 gennaio; 9-18 dal 1 febbraio al 29 febbraio; 9–18.30 dal 1 marzo all'ultimo sabato di marzo; 9–19 dall'ultima domenica di marzo al 30 aprile; 9–19.30 dal 1 maggio al 31 agosto; 9–19 dal 1 settembre al 30 settembre; 9–18.30 dal 1 ottobre all'ultimo sabato di ottobre; 9-17 dall'ultima domenica di ottobre al 31 dicembre; la biglietteria chiude un'ora e mezza prima della chiusura.
Prezzi:
Biglietto intero € 8.00, ridotto € 4.00. In occasione della mostra temporanea annuale, che si svolge solitamente nel periodo da aprile ad ottobre, il biglietto ha un costo di € 11,00 intero, ridotto € 7,00
Dove:
A Tivoli, a una trentina di chilometri da Roma
Raggiungere la Villa da Roma è relativamente facile, anche con i mezzi di trasporto pubblico, che sono decisamente consigliabili. Basta raggiungere la fermata Ponte Mammolo della linea B della metropolitana e prendere poi l'autobus CoTral per Tivoli, via Prenestina; la fermata Villa Adriana è a soli 300 metri dal sito archeologico (gli orari degli autobus sono su http://www.cotralspa.it). Per visitarla prendetevi tranquillamente una mezza giornata molto abbondante (meglio dalla mattina fino al primo pomeriggio). Il sito archeologico si stende su un'area piuttosto vasta e qui vi suggerisco cosa vedere, per avere un'idea della Villa e del suo significato nella cultura e nell'architettura romana. Prima, però, un paio di consigli.
Cercate di visitare Villa Adriana avendo letto Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar; il libro introduce nella cultura romana, in quell'età in cui 'gli antichi dei non c'erano più e il nuovo Dio non si era ancora affermato e l'uomo era da solo, davanti a se stesso', dà voce a una straordinaria figura di uomo, l'imperatore Adriano, ovviamente romanzato, ma perfetta sintesi delle inquietudini delle classi colte del suo tempo. Avendo letto il libro, si apprezza di più, muovendosi nei resti della sua villa, il senso della sua passione per i viaggi, per l'architettura, e la sua stessa idea di bello e di Roma. L'uomo che secondo Marguerite Yourcenar "si sentiva responsabile della bellezza del mondo", cercò di riprodurre a Tivoli, nella sua Villa, parte della bellezza che aveva ammirato nelle regioni dell'Impero, attraverso le quali aveva viaggiato instancabile. L'altro consiglio che posso darvi è di visitare la Villa avendo un'idea dell'architettura romana: il complesso di Tivoli è la sua summa, è una testimonianza di quanto avesse il controllo delle linee curve e sapesse utilizzare la duttilità del calcestruzzo per realizzare coperture e piante dalle forme sempre più ardite. Basti pensare al Pantheon, anch'esso di età adrianea, o al Tempio di Minerva Medica, nei pressi della Stazione Termini, a Roma, appena successivo. Pensate che con il crollo dell'Impero Romano e del sapere della cultura latina, causa invasioni barbariche, si dovettero aspettare Filippo Brunelleschi e il Duomo di Firenze, nel XV secolo, per tornare a sperimentare la linea curva e le cupole ardite.
La visita a Villa Adriana inizia nel Pecile, uno dei vari padiglioni che, secondo la tradizione, Adriano fece costruire in ricordo dei monumenti visitati, in questo caso la stoà Pecile di Atene, un lungo edificio porticato in cui si tenevano riunioni pubbliche; l'omologo di Villa Adriana era un grandioso edificio rettangolare, che sul lato corto occidentale, verso la campagna romana (ammirate il panorama!), era dotato di robusti terrapieni per superare il dislivello; sul lato lungo settentrionale c'era un doppio portico di cui rimane oggi solo il muro di spina, attraverso il quale si entra nel complesso archeologico (ancora oggi si può ammirare la perfezione della tecnica costruttiva, davvero ammirevole). Il Pecile smista i visitatori verso le due principali aree della Villa.
Possiamo scegliere di andare nella Sala dei Filosofi, un'ampia sala caratterizzata da una grande abside con varie nicchie, in cui trovavano posto, probabilmente, statue della Famiglia Imperiale. La Sala dà accesso a una delle strutture più famose e più originali della villa, il Teatro Marittimo. Si tratta di un singolare edificio rotondo, con al centro un'isola, anch'essa rotonda, circondata da un anello d'acqua e da un portico; nell'isola, non visitabile, ma apprezzabile dal porticato, Adriano fece ricreare, in piccole e perfette proporzioni, una domus romana, con tanto di terme; la tradizione vuole che l'Imperatore si ritirasse qui quando voleva stare solo e dedicarsi all'otium, ovvero allo studio delle stelle, della filosofia, della letteratura: faceva ritirare i due ponti levatoi dall'anello d'acqua e rimaneva completamente isolato, con se stesso e i propri interessi. Del Teatro Marittimo colpisce la grande eleganza delle proporzioni, la perfezione estetica delle colonne, del porticato, dell'isola. Davvero un compendio originale della sapienza di Roma.
Usciti dal Teatro Marittimo, si succedono una serie di sale dalla funzione sconosciuta, ma dal grande fascino architettonico: tra queste colpisce l'attenzione soprattutto la Sala dei Pilastri Dorici (non si sa se fu davvero una Sala, coperta, o un cortile, all'aperto, ma la perfezione delle sue strutture murarie, come quella delle sale adiacenti è la cosa che importa di più).
Si arriva finalmente alla Piazza d'Oro uno dei padiglioni più importanti della Villa e dell'intera romanità, testimonianza della sicurezza e delle conoscenze dell'architettura romana. Era formato da un grande giardino rettangolare, con vasca al centro, parallela al lato lungo; sul lato meridionale, ci sono i resti di un grandioso edificio che aveva al centro una sala ottagonale, molto probabilmente coperta, i cui giochi di linee concave e convesse creano prospettive con i giochi d'acqua delle fontane, danno leggerezza all'ambiente e testimoniano la padronanza romana della linea curva. La Piazza d'Oro era un complesso riccamente decorato con mosaici, statue, marmi, probabilmente più che nel resto della villa, già sfarzosamente arredata; è da qui che arrivano numerose opere d'arte ospitate nei musei di mezzo mondo. Il sito archeologico non rende la grande bellezza e il grande valore estetico che la sala ottagonale, con le sue colonne di marmo che si aprivano sugli ambienti laterali, anch'essi eterei e colonnati, regalava ai suoi ospiti. Per eleganza e lusso, si ritiene che la Piazza d'Oro sia stata uno dei complessi della Villa riservati alle feste e al ricevimento degli ospiti più importanti.
Dalla Piazza d'Oro si ritorna indietro, per trovare una sequenza di sale che riportano verso il Pecile: l'Edificio con Peschiera (la Residenza vera e propria dell'imperatore?), il Ninfeo-Stadio (un triclinio estivo, abbellito da giardini e giochi d'acqua?) e la Sala con Tre Esedre (l'atrium alla residenza imperiale?). Sono tutti padiglioni di cui si ignora la funzione, ma di cui si ammira, ancora una volta, nonostante siano rimasti solo i resti, la composizione architettonica, la muratura perfettamente eseguita, il senso del bello, la capacità di adattamento degli architetti romani all'andamento del terreno e ai suoi dislivelli. Questo complesso di edifici si trova al centro della Villa, unito al Pecile e alle Terme, e, attraverso gallerie sotterranee al Teatro Marittimo, per cui è facile identificarlo con gli appartamenti privati di Adriano. La teoria è appoggiata anche dalla vicinanza alle Piccole e Grandi Terme; come dice il loro nome, si tratta di due edifici riservati alle terme, dotati di tutti gli ambienti necessari per il ciclo dei bagni (in entrambi i casi sono visibili anche gli spazi sotterranei, attraverso i quali passava l'aria calda, sostenuti da piccoli pilastrini di laterizi). Le dimensioni e le decorazioni fanno pensare che le Piccole Terme fossero riservate al personale della Villa e quelle Grandi agli ospiti dell'imperatore. Dovete immaginare tutti gli spazi della villa con pareti di marmo (in molti casi sono visibili ancora i fori per le grappe di sostegno delle lastre di marmo), coperture e pavimenti di mosaico o riccamente affrescati, decorati da statue, fontane, giochi d'acqua che chiudevano le prospettive, tra agili colonne di marmo, elegantemente slanciate.
Ho lasciato per ultimo lo spazio della Villa che più amo e che probabilmente più ha influenzato il senso del bello nei secoli successivi, dal Rinascimento in poi: il Canopo. Si tratta di un lungo canale d'acqua, inserito in una piccola valle appositamente creata e chiuso su un lato da un edificio absidato, tradizionalmente identificato con un Serapeion. La tradizione vuole che il Canopo riproduca il canale egizio che collegava Alessandria con Canopo, in cui si trovava un famoso tempio di Serapide. Escluso che la funzione del Canopo adrianeo fosse religiosa, escluso anche che fosse dedicato all'amatissimo Antinoo, morto in Egitto, sebbene la teoria sia romantica, si pensa che il Serapeion della Villa fosse una sorta di triclinio estivo, in cui l'imperatore riceveva i suoi ospiti, deliziandoli con questo canale fiancheggiato da cariatidi e da un colonnato di architravi ad arco alternati ad architravi rettilinei, e abbellito da statue di divinità, che poi hanno profondamente influenzato il senso dell'eleganza dell'Occidente.
Per me, questi sono i padiglioni essenziali di Villa Adriana: vedi il Teatro Marittimo e il Canopo, fermati di tanto in tanto ad ammirare la perfezione dell'opus delle pareti rimaste in piedi e ripensa al senso del bello che l'Occidente deve a Roma.
Le foto del Pecile, del Teatro Marittimo, della Piazza d'Oro e del Canopo, appartengono al sito ufficiale di Villa Adriana, www.villaadriana.beniculturali.it, in cui potete trovare tutte le informazioni pratiche per organizzare la vostra visita alla Villa.
Perché:
- è a pochi km da Roma ed è un'ottima escursione se si passa qualche giorno nella capitale
- è la più importante villa di età imperiale giunta a noi, residenza privata di un imperatore
- è la sintesi più completa, in un solo posto, della sapienza dell'architettura romana
- è indispensabile per chi vuole sapere qualcosa di più della cultura romana
Orari:
9-17 dal 2 gennaio al 31 gennaio; 9-18 dal 1 febbraio al 29 febbraio; 9–18.30 dal 1 marzo all'ultimo sabato di marzo; 9–19 dall'ultima domenica di marzo al 30 aprile; 9–19.30 dal 1 maggio al 31 agosto; 9–19 dal 1 settembre al 30 settembre; 9–18.30 dal 1 ottobre all'ultimo sabato di ottobre; 9-17 dall'ultima domenica di ottobre al 31 dicembre; la biglietteria chiude un'ora e mezza prima della chiusura.
Prezzi:
Biglietto intero € 8.00, ridotto € 4.00. In occasione della mostra temporanea annuale, che si svolge solitamente nel periodo da aprile ad ottobre, il biglietto ha un costo di € 11,00 intero, ridotto € 7,00
Dove:
A Tivoli, a una trentina di chilometri da Roma