lunedì 8 settembre 2014

Itinerari soliti e insoliti per tre giorni a Bruxelles

Bruxelles è una città a cui devo un'altra visita, perché durante la prima, di tre giorni, non mi ha entusiasmato (e anche le città si meritano un'altra opportunità). Il suo disordine architettonico accumula edifici fiamminghi, grattacieli di vetro e moderni condomini, in un unicum che a volte stordisce l'occhio, forse è questo che ha stabilito una distanza, sin dal primo impatto. L'unico posto in cui la città offre un senso architettonico è la Grand Place, con il grandioso Municipio gotico (al suo interno c'è l'Ufficio del Turismo) e gli splendidi edifici costruiti dalle corporazioni tra il XV e il XVI secolo: ci si passa più volte al giorno, per seguire i cambiamenti della luce sulle sue facciate e innamorarsene sempre di più.


In Stoofstraat, all'angolo con Lievevrouwbroersstraat, a poca distanza dalla Grand Place, c'è il Manneken-Pis, la statua di un bambino che fa baldanzosamente pipì: è il simbolo di Bruxelles e la sua immagine si ritrova ovunque, a volte vestita con i costumi più incredibili. Impossibile, al rivederlo per l'ennesima volta, da qualche parte, trattenere un sorriso. La Stoofstraat è una via prettamente turistica: numerosi negozi di souvenir e di cioccolato, uno dei prodotti eccellenti della pasticceria belga. Ci sono anche vari negozi che vendono gauffres con nutella, panna o quant'altro a 1 euro o poco più: ne ho mangiati di più buoni nella Grasmarkt, la via commerciale alle spalle della Grand Place. Il cioccolato, invece, l'ho comprato nella Koninginnegalerij (Galerie de la Reine): le praline all'arancia, alla vaniglia e alla fragola di Belgique Gourmande sono piaciute anche a Torino e le consiglio (il personale azzarda simpaticamente anche l'italiano).


Il centro di Bruxelles è piuttosto piccolo e si visita facilmente a piedi. Dalla Grand Place si raggiungono in pochi minuti sia la Cattedrale di Saint Michel et Sainte Gudule, a est, che la chiesa di Sainte Catherine, a ovest. La Cattedrale fa un po' da cerniera tra la Bruxelles del centro storico e quella più moderna (una volta salita la scalinata, voltatevi a guardare, dietro di voi, lo skyline cittadino, dominato dalla torre del Municipio). Sainte Catherine immerge invece in una Bruxelles più pittoresca: nella sua piazza si tiene un piccolo mercato, con gli immancabili fiori; su uno dei suoi lati inizia il magnifico Brandhoutukaai (Quai au Bois à Brûler), con un lungo canale artificiale, ai cui lati si affacciano case fiamminghe colorate e ristoranti dai prezzi alti e dai dehors eleganti; tutt'intorno una città che, soprattutto nelle giornate di sole, non sembra avere fretta: musicisti, mamme con bambini, giovani con libri in mano e faccia al sole. Poi ci si volta indietro e appare, gotica e rassicurante, Sainte Catherine, davvero una bella vista (e più suggestiva dev'essere d'inverno, quando c'è il mercatino di Natale). Una delle traverse del Quai è chiusa dalla facciata barocca della chiesa di Saint Jean-Baptiste-au-Béguinage, che fa pensare più a Roma che al Belgio.


Nella piazza di Sainte Catherine, all'angolo con Sint-Katelijnestraat, c'è Noordzee, uno dei punti di street-food più famosi di Bruxelles, uno dei più suggeriti e suggeribili in cui mangiare a poco prezzo; il personale è veloce e simpatico e si arrangia in varie lingue, italiano compreso; una volta preso il proprio piatto con bevanda, si può mangiare in uno dei tavolini sulla piazza, con vista Sainte Catherine. Se volete assaggiare le specialità belghe, prime su tutte, le moules et frites (le cozze con le patate fritte), oltre ai ristoranti della Brandhoutukaai, ci sono i locali della Grand Place, che offrono una location altrettanto gradevole e romantica; poi c'è l'Ilot Sacrè un incredibile dedalo di viuzze dedicato alla ristorazione, alle spalle della Grand Place: in Rue des Bouchers è impossibile passare senza essere intercettati da qualche cameriere, vista l'enorme concorrenza.

Nei pressi della Cattedrale, c'è il Parco di Bruxelles, che allontana dai suoni della capitale e che ha ai propri lati alcuni edifici più significativi del potere politico belga: il Parlamento, sulla Wetstraat e, sul lato opposto, sulla Paleizenplein, il Palazzo Reale, che non è visitabile, ma ha una facciata davvero possente (e un giardino gentile davanti a sé).


Dal Palazzo Reale si possono fare due deviazioni. Una guarda in direzione dell'adiacente Place Royal, una deliziosa piazza chiusa di stile francese, su cui si affaccia la chiesa di Saint Jacques sur Coudenberg. Se si imbocca la Ofbergstraat e si scende giù, dai Jardin du Mont des Art fino alla Albertinapleine, si gode di uno dei panorami più belli di Bruxelles. E in pochi minuti si arriva di nuovo alla Grand Place. L'altra deviazione da Palazzo Reale porta verso il Parlamento Europeo, a cui consiglio di arrivare da Luxembourgstraat: la sua facciata chiude infatti questa via. Questa zona di Bruxelles è la più brutta e impersonale che abbia visto: palazzi di vetro e cemento che si susseguono, senza amore per il bello e senza identità. L'Ufficio Informazioni del Parlamento Europeo fornisce materiale in tutte le lingue dell'Unione, circa le istituzioni europee e i diritti di noi cittadini. Il Parlamento non è visitabile, ma è stato ricreato in un'area apposita, aperta al pubblico con visite guidate gratuite: sarebbe interessante, se si avesse la pazienza di aspettare nelle lunghissime code. Alle spalle del Parlamento c'è il Parco Leopoldo, un'altra deliziosa oasi verde cittadina, in cui non considerare il tempo che passa.



Sono a sud di Palazzo Reale, non lontane, le belle chiese gotiche de la Chapelle e, soprattutto, di Notre Dame du Sablon, probabilmente la chiesa più bella di Bruxelles. Adiacenti i giardini du Petit Sablon, che introducono a una Bruxelles più istituzionale, in cui, ancora una volta, architetture trasparenti e ottocentesche si mescolano continuamente.

Nella mia tre giorni brussellese, non ho visitato l'Atomum, perché non ho mai voluto prendere i mezzi pubblici e ho preferito camminare. Così, invece di visitare il celebre atomo di Laeken, un giorno che ero davanti al Palazzo della Borsa, mi sono infilata nella Auguste Ortsstraat e l'ho percorsa fino in fondo (cambia nome varie volte), fino al Canal. Ho passeggiato lungo il Quai des Charbonnages, ammirando i numerosi ed eleganti edifici che si affacciano sull'altro lato, compresa una pittoresca caserma di stile inglese, il Petit Chateau (Klein Kasteeltje). A occhio la Bruxelles che sorge sul lato esterno del Canal non dev'essere stata delle più raccomandabili, ma ci sono nuovi edifici, nuovi spazi verde e numerosi ragazzini di ogni colore, che parlano delle riqualificazioni in corso. A farmi compagnia, durante la piacevole passeggiata, decine di girandole coloratissime, molti ciclisti e pochi turisti. Anche qui, come in buona parte della città, molti murales: Bruxelles, bisogna sottolinearlo, è una città da visitare con il naso all'insù, per i moltissimi murales che la decorano, ispirati a Tintin e ai numerosi personaggi dei prolifici disegnatori belgi (sapete che il Belgio è la patria dei fumetti, da Tintin ai Puffi, vero?). Ed è stato qui, nel Quai des Charbonnages, che Bruxelles mi ha finalmente colpito e ho deciso di darle un'altra chance e tornare.