domenica 31 agosto 2014

5 cose da vedere gratis a Madrid

Madrid è una delle città che amo di più: mi piace la sua architettura monumentale, ho un debole per il suo quartiere asburgico, così castigliano, e mi sento a casa nella Gran Via. Le cose da vedere e da vivere a Madrid sono davvero tante: è una città che non sta mai ferma, che coinvolge nella sua vitalità, che trascina continuamente per strada, nei suoi molteplici quartieri, nella sua sfacciata tolleranza, nel suo shopping originale. Il bello è che è una città accessibile per tutte le tasche: se viaggiate con un budget limitato, ecco 5 idee per non rinunciare al suo fascino!


I tour guidati gratuiti dell'Ufficio del Turismo
Tutti i giorni, alle 11 e alle 14, dall'Ufficio del Turismo di Plaza Mayor (sotto i portici, nel lato della piazza verso la calle Mayor), partono i tour gratuiti di New Madrid, che durano tra le due ore e mezza e le tre ore e permettono di scoprire, a piedi, tutto il necessario della Madrid storica, con un'informazione che si mescola all'intrattenimento. Tra le tappe del tour, il Palazzo Reale, la Cattedrale dell'Almudena, la Plaza de la Villa, il Teatro Real, le rovine moresche, la Chiesa di San Ginés, la Puerta del Sol con l'Oso e il Madroño e curiosità come il ristorante più antico del mondo, l'origine delle tapas, il Robin Hood di Madrid o l'attacco anarchico a re Alfonso XIII. Info e prenotazioni su www.newmadrid-tours.com


Ingresso gratuito nei Musei più importanti
Sì, i principali Musei di Madrid, compreso il Prado hanno giorni e orari in cui l'ingresso è gratuito. Prendete nota:
- Museo del Prado ed esposizioni: lun-sab 18-20, dom e fest 17-19
- Museo Thyssen-Bornemisza e mostre temporanee: lun 18-20
- Museo Reina Sofia: lun-mer-sab 19-21, dom 15-19
- Monasterio de las Descalzas Reales: mer-gio 16.00-18.30
- Palazzo Reale: lun-gio 16-18 (d'estate 18-20, l'ingresso è gratuito nelle ultime due ore prima della chiusura)


Mercado de San Miguel e Mercado San Antón
Sono i due mercati più affascinanti di Madrid; il primo a un lato della plaza Mayor, l'altro a Chueca, in calle Augusto Figueroa 24, offrono anche una valida alternativa ai ristoranti per i pasti. Nel Mercado de San Antón c'è uno spazio, 7 Delicatessen, specializzato in cucina canaria, poi ci sono gli hamburger crudi di oltre 30 gusti di Hambuguesa nostra o il pane di Viena la Baguette, una panetteria con 120 anni di storia, arrivata ormai alla quarta generazione, con ricette antiche e proposte audaci, di pane con cacao, pomodoro o pere. Nel Mercado de San Miguel potete provare la tortilla de patatas di Senén González, che ha ottenuto il primo posto nel XII Campionato spagnolo di tortillas de patatas, sono un must i dolci del Horno San Onofre, cioccolatini e torroncini che incuriosiscono non solo per il sapore, ma anche per forme e confezione, sono imperdibili i pinchos morunos di pollo e cervo o le impanate di salame di cinghiale di Delicias de Caza e Campo, che elabora piatti con la cacciagione e sorprende sempre per la sua qualità e creatività. Potete assaggiare o limitarvi a guardare, che la messa in scena dei mercati spagnoli è sempre sorprendente.


Le quattro torri di Chamartin
Il turismo tende a ignorarle, facendosi attrarre soprattutto dal centro o dai quartieri storici dello shopping, ma le quattro torri che concludono il Paseo de la Castellana, nel quartiere settentrionale di Chamartin, sono un grande esempio di architettura contemporanea. Le loro pareti riflettono i colori del cielo, con tonalità davvero suggestive. A poca distanza, nella plaza de Castilla, c'è anche la colonna d'oro regalata da Santiago Calatrava alla Città di Madrid, in mezzo alle famose torri pendenti degli anni 80, immortalate in molti film. Sono il simbolo della Spagna che sarebbe potuta essere, se non ci fosse stata la crisi economica causata, soprattutto, dalla speculazione edilizia e dalla bolla immobiliare, di cui, in fondo, anche le quattro torri sono prodotto.
PS La foto, dal wikipedia spagnolo


Il tramonto dal Tempio di Debod
E' uno dei consigli inevitabili ai turisti che visitano Madrid, abbiano a disposizione il budget che abbiano. Il Tempietto di Debod è stato regalato dall'Egitto alla Spagna nel 1968, per ringraziarla dell'aiuto nell'opera di salvataggio delle le antichità egizie, durante la costruzione della diga di Assuan. Sorge su una piattaforma al centro di una sorta di canale, nel Parque del Oeste, e nella sua parte interna conserva decorazioni di offerte del faraone agli dei. Impossibile resistere al fascino e alle suggestioni del tramonto e ai suoi riflessi sul canale, mentre il tempietto diventa mano a mano dorato. Sia quale sia il proprio budget, è un momento che non ha prezzo.
PS La foto, da madridflash.com.

sabato 30 agosto 2014

7 città meraviglie del mondo: tra le finaliste nessuna italiana

Dopo aver cercato le 7 meraviglie del mondo e le 7 meraviglie della natura, la Fondazione New7Wonders cerca adesso le 7 città meraviglie del mondo. In realtà la ricerca è arrivata ormai nella fase finale. Si è iniziato infatti nel 2012, con la candidatura di oltre 1200 città; quindi c'è stata una scrematura, che ha ridotto le aspiranti a 300, poi è toccato a una giuria di esperti, che, tra le prime 77, ha scelto le 28 finaliste. Adesso siamo arrivati alla tappa finale: da 28 città candidate si è passati a 21, mediante le votazioni online dagli utenti di tutto il mondo. Fino al 7 ottobre, si voteranno le prime 14 e, tra il 7 ottobre e il 7 dicembre, verranno scelte le 7 città meraviglie del mondo.

Per Bernard Weber, fondatore e animatore della Fondazione, le 7 città dovranno essere "7 simboli di unità, che rispettino, onorino e celebrino la diversità culturale del nostro pianeta". Lo scopo è sottolineare la loro bellezza architettonica e potenziare così il turismo. L'intento è lodevole e le 21 finaliste da votare sono: Bangkok (Thailandia), Barcelona (Spagna), Beirut (Líbano), Chicago (USA), Doha (Qatar), Durban (Sudafrica), L'Avana (Cuba), Istanbul (Turchia), Kuala Lumpur (Malesia), La Paz (Bolivia), Londra (Regno Unito), Mendoza (Argentina), Città del Messico (Messico), Mumbai (India), Perth (Australia), Quito (Ecuador), Reykjavik (Islanda), San Pietroburgo (Russia), Seul (Corea del Sud), Shenzhen (China), Vigan (Filippine).

Solo 4 città europee, come potete vedere, Barcellona, Londra, Reykjavik e San Pietroburgo. Sono fuori città di fascino riconosciuto come Parigi, Firenze, Roma, Venezia, Siviglia, Bruges e qualcun'altra di più che avrebbe meritato entrare tra le 7 meraviglie. Ma così hanno deciso gli utenti elettori e tra di loro, se volete, a scegliere le 7 vincitrici, potete esserci anche voi: il sito per votare è www.new7wonders.com.

La lista delle 7 città meraviglie del mondo sarà comunicata il 7 dicembre 2014.


Un mese a Berlino: quello che rimane in memoria

Sono stata a Berlino due volte. La prima per un mese, la seconda per due settimane. La prima volta era febbraio, la seconda maggio. E ho amato molto di più il vento gelido dell'Est di febbraio dell'instabilità del cielo di maggio. Le mie prime quattro settimane berlinesi sono state belle, lente, con lunghe passeggiate e pochi trasporti pubblici (che sono cari rispetto a quelli italiani, ma decisamente più capillari ed efficienti). Non ho visto molti musei, ma ancora oggi non mi importa. Mi è piaciuto passeggiare tra la gente, sentire tanti accenti, tanto italiano e tanto spagnolo, vedere vetrine di antiquari e di giovani artisti, entrare nei giganteschi centri commerciali e negli onnipresenti H&M, cercare di decifrare i Menù dei ristoranti in Unter den Linden, resistere al gelido vento sulle rive della Sprea.

Di Berlino mi piace la convivenza tra antico e moderno, il continuo rimando del presente al passato: le case ottocentesche accanto a quelle più moderne, che ne riprendono i motivi e sembrano destrutturarli. Mi piace il filo di follia che percorre la città e che deve essere tipico dei popoli nordici, perché essere così perfettamente ligi alle regole richiede per forza qualche sfogo da qualche parte. Così stupiscono la Friedrich Bahnhof come un ponte sull'omonima via o l'elegante casa della Belle Epoque, incredibilmente color gambero. Mi piacciono le gru che si stagliano nel cielo grigio cittadino, che parlano dei frenetici cambiamenti del dopo Muro e che entusiasmano, perché i risultati si vedono davvero e Berlino si è rinnovata come nessun'altra capitale. Mi piace come Berlino Ovest e Berlino Est si stiano sforzando di incontrare un modus vivendi, tra i casermoni dai colori improbabili dell'Est e i grattacieli di vetro dell'Ovest. Mi piace Potsdamer Platz, con i suoi grattacieli colorati, che chiudono le prospettive di viuzze con balconi quasi italiani. Mi piace come al primo sole invernale si affaccino tutti ai tavoli dei caffé all'aperto, anche se tira un vento che gela dall'Est, e stiano lì a leggersi il giornale, a bersi un caffelatte e a bearsi come se fosse primavera. Mi piace come gli dei di tutti i cieli abbiano fatto pace con questa città, aiutandola a rimarginare le ferite, senza dimenticare il sangue: non c'è posto in cui non ricordino i massacri e le distruzioni della Seconda Guerra, gli orrori del nazismo, i dolori e l'impotenza della separazione e, finalmente, la riunione della città e della nazione nel nome della pace e della fratellanza.

Uno dei miei ultimi giorni berlinesi è coinciso con l'anniversario dell'incendio del Reichstag e l'inizio del nazismo. Dalla sua cupola trasparente guardavo lo skyline della capitale, pieno di gru e di campanili gotici, e pensavo come questo edificio severo e solenne sia il simbolo della nuova Germania e come questa cupola, accorci le distanze, aperta a un pubblico, che, non solo può sentirsi vicino alle istituzioni democratiche, ma può godere del cielo di una delle più affascinanti capitali europee.

Dei giorni berlinesi porto con me il cielo sopra la città, che non è solo il titolo di un film. Non è mai uguale a se stesso e non ci si stanca mai di osservare le sue nuvole nere e minacciosissime che risaltano il verde rame dei campanili slanciati, il raggio di sole che finisce sempre con l'illuminare la Siegessaule, la statua di Nike che guarda la Porta di Brandeburgo dall'alto della sua colonna, lo squarcio d'azzurro che si apre su Alexanderplatz.

Porto soprattutto i berlinesi, la signora che, vedendomi con una guida in mano, si è avvicinata a Kreuzberg per chiedermi, prima in tedesco e poi in inglese, se cercavo qualcosa di specifico e poteva aiutarmi o se stavo semplicemente leggendo, le decine di commessi che aiutano lo straniero parlandogli immediatamente in una lingua a lui comprensibile, come quel giovane cameriere di Nordsee in Potsdamer Platz che alla studentessa dal pesante accento italiano che voleva le kartoffeln in un box ha chiesto ok, crante o pikkolo? facendo sorridere lei e le sue amiche e ghignando pure lui.

E mi porto anche la colonna sonora di questi giorni. Incredibilmente Alexanderplatz di Milva e Dall'altra parte dei Pooh. Non so perché ma mi sono suonate continuamente in mente, facendomi compagnia, in una città che non ha mai smesso di sognare, che non ha mai mollato e che gli dei stanno finalmente premiando.




venerdì 29 agosto 2014

Due giorni gratis a Siviglia: cosa vedere e cosa fare con un budget low

48 ore a Siviglia con un budget decisamente limitato? Non scoraggiatevi, Siviglia può essere low-cost e potete vedere tutto il necessario: l'importante è spendere con cura il denaro a disposizione.

Per avere un'idea essenziale della città, vi consiglio di affidarvi a Feel the City Tours, un servizio di visite guidate a offerta libera ideato un paio di anni fa da un gruppo di giovani laureati sivigliani. La loro iniziativa ha avuto un bel successo, così il ventaglio dei tours si è ampliato. Al termine della visita guidata, potrete pagare quanto considererete opportuno, ottenendo in cambio informazioni curiose e sfiziose sulla città e sui suoi monumenti. Non parlate spagnolo? Se vi può servire, quando non avevo idea della lingua, ho visitato l'Hofburg, il Palazzo Reale di Vienna, al seguito di una guida spagnola, capendo il filo del discorso e persino gli aneddoti (indimenticato quello dell'altezza delle candele ai lampadari, legata al tempo che l'imperatore voleva trascorrere con l'ospite). Al momento della prenotazione, che dovete fare nel sito web feelthecitytours.com, potete scegliere, comunque, la lingua di riferimento: spagnolo, inglese o francese.

Il Tour Gratis Monumental Sevilla permette di visitare, dall'esterno, tutti i monumenti più importanti di Siviglia. Parte tutti i giorni alle 10.30 dalla Puerta de Jerez, con punto di ritrovo davanti alla gelateria Haagen Dasz (se arrivate dall'Avenida de la Constitución, è sulla sinistra, in direzione della calle San Fernando), e dura due ore e mezza, fino alle 13. Visiterete la Puerta de Jerez, la Cattedrale con la Giralda, il plateresco Ayuntamiento (il Comune), il Puente de Triana, la Plaza de Toros, la Torre del Oro, la Real Fábrica de Tabacos (sede attuale dell'Università e antica fabbrica in cui, vuole la leggenda, tra le sigaraie lavorava la stessa Carmen) e la monumentale plaza de España, omaggio della città all'arte mudéjar. In due ore e mezza avrete visto tutto l'essenziale, con il valore aggiunto delle storie, delle leggende e delle curiosità, che altrimenti vi sarebbero state sconosciute.

Adesso avete il tempo per scoprire i due grandi monumenti di Siviglia, entrambi Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO: i Reales Alcázares e la Cattedrale, con il suo campanile, la Giralda. Entrambi i monumenti hanno ingresso a pagamento, ma vi tocca: non si può andare a Siviglia, anche solo per 48 ore, senza salire sulla Giralda e senza entrare nell'Alcázar.

Il biglietto dei Reales Alcázares costa 9,50 euro, a cui è bene aggiungere i 3,50 euro per l'audioguida in italiano, che è fatta molto bene e aiuta a entrare nell'atmosfera millenaria di questo magnifico complesso, il più antico Palazzo Reale d'Europa ancora in uso! Il lunedì dalle 16, da ottobre a marzo, e dalle 18, da aprile a settembre, l'ingresso è gratuito (non consiglio questa opzione: il visitatore ha a disposizione solo un'ora prima della chiusura e non ha davvero tempo di godere la bellezza di questo luogo incantevole). I biglietti li potete comprare online, nel sito web oberonsaas.com, così vi risparmiate le lunghissime code che spesso si formano alle casse. Per la visita calcolate tutto un pomeriggio o tutta una mattinata e poi perdetevi senza preoccuparvi del tempo: il Patio de las Muñecas, il Salón de los Embajadores, i magnifici tappeti fiamminghi e i favolosi giardini potrebbero valere da soli il viaggio a Siviglia.

Il biglietto dell'Alcázar dà diritto all'ingresso gratuito nell'Antiquarium, un delizioso Museo sotterraneo e multimediale, che offre un percorso tra i resti della Siviglia romana e islamica, conservati sotto il Metropol Parasol, in plaza de la Encarnación. Non perdetelo. Il Metropol Parasol è una curiosa e controversa testimonianza di architettura contemporanea in pieno centro e, nella sua parte più alta (l'ascensore costa 2 euro per i turisti), ha un belvedere sulla città (se potete, salite, la vista è insolita, la Giralda e le cupole barocche sembrano a portata di mano e, se è l'ora dell'aperitivo, lassù ci sono bar e ristoranti: quale luogo migliore?).

Per entrare nella Cattedrale si pagano 8 euro; il biglietto comprende anche la visita alla Giralda e al Giardino degli Aranci. Se le vostre 48 ore a Siviglia e la giornata lo consentono, cercate di salire sulla Giralda per il tramonto: lo spettacolo non ha prezzo. Se non potete effettuare la visita per quell'ora, amen, l'importante è salire sul campanile, non tanto (e non solo) per il grandioso panorama sulla città e sui suoi dintorni, quanto per la salita a piedi che non risulta faticosa, grazie alle rampe; distraggono dal pensiero della salita anche le finestre di impronta mudéjar che mano a mano si aprono sulla città, sul Giardino degli Aranci e sulle guglie gotiche della Cattedrale.

Sbrigate le pratiche essenziali di Siviglia, alcuni Musei hanno l'ingresso gratuito per i cittadini dell'Unione Europea: il Museo de Bellas Artes, considerato la più importante pinacoteca dell'Andalusia e una delle più importanti di Spagna; il Museo Arqueológico, che conserva mosaici e statue dal sito archeologico di Itálica; l'Archivo de Indias, tra la Cattedrale e e l'Alcázar, che conserva i più importanti documenti dalla scoperta dell'America alla gestione dell'impero. Da segnalare anche il Centro de Arte Mudéjar, delizioso Museo aperto da poco, che offre una delle più importanti raccolte di arte mudéjar di Spagna, il Museo de Arte y Costumbres Populares e il Palazzo dell'Arcivescovado, nei pressi della Cattedrale, considerato la terza pinacoteca di Siviglia e aperto al pubblico solo in determinati sabati del mese (conviene consultare il sito www.archisevilla.org per sapere se è aperto nel weekend che ci interessa). Dipende ovviamente dai gusti e dagli interessi personali, ma se avessi solo 48 ore in città considererei visite imprescindibili i Reales Alcázares, la Cattedrale e il Museo Arqueológico (che si trova all'interno dello splendido parco di Maria Luisa).

E poi c'è la Siviglia che è sempre gratuita: il tramonto dal Guadalquivir; una passeggiata fino a Triana (in questo caso entrate nella Capilla de los Marineros e nella Capilla de la O, dove ci sono due delle Vergini più amate della città, la Esperanza de Triana e la Virgen de la O); una puntata nelle calles Sierpes, Tetuán e Cuna, per vedere le offerte dello shopping sivigliano (come divertissement ci potrebbe stare anche una rapida visita a El Corte Inglés di plaza del Duque de la Victoria, perché "quello che non c'è lì è perché in Spagna non lo vendono").

E' anche possibile mangiare low-cost, puntando ovviamente sulle tapas, che offrono rapidi assaggi della gastronomia locale; i bar che a Siviglia offrono tapas y bebida a prezzi davvero bassi si sono moltiplicati in questi anni di crisi; i miei gusti mi portano verso l'Alfalfa e le viuzze circostanti: in quei baretti si possono gustare ottime tapas per 2,5-3 euro l'una (vi prego, non fatevi intimorire dai tovagliolini di carta buttati a terra vicino al bancone: non è mancanza d'igiene, è indicazione della soddisfazione dei clienti…); in calle San Jacinto, a Triana, c'è la Taberna Miami, uno dei miei posti prediletti in città, in cui si incrociano sevillanos doc e turisti di ogni parte del mondo e in cui potrete mangiare gustose tapas di pesce, che equivalgono quasi a un piatto normale, a prezzi più che concorrenziali: una frittura di pesce da mangiare almeno in due costa intorno agli 11 euro…

Come vedete, 48 ore quasi gratuite a Siviglia, e senza perdersi niente dell'essenziale cittadino, sono possibili. 


 


giovedì 28 agosto 2014

Le 5 stazioni ferroviarie moderne più belle d'Europa

Non solo di aerei vive il trasporto turistico, ma anche di treni, soprattutto se si sceglie la media distanza e se si cerca un rapporto con i locali e con i paesaggi del Paese che si sta visitando. L'alta velocità, le trasformazioni urbanistiche, le nuove esigenze dei trasporti hanno cambiato le stazioni. Alcune sono state ristrutturate, altre costruite ex novo. Per esperienza personale e per passione architettonica, ecco le cinque stazioni ferroviarie più belle d'Europa.


Berlino Hauptbanhof
E' probabilmente la stazione ferroviaria moderna più bella d'Europa, tutta di vetro ed ecosostenibile, inaugurata nel 2006. E' formata da due grandi parallelipedi in vetro e acciaio, che contengono uffici, negozi e luoghi per il pubblico, collegati da un lunghissimo atrio trasparente, che smista ai binari, collocati su più piani, agli uffici e ai numerosissimi negozi, bar, ristoranti e locali, sistemati lungo le balconate su di esso affacciate. Si entra in quest'atrio a tutt'altezza e si rimane colpiti dal ricamo degli ascensori in tubi trasparenti, delle scale mobili in movimento, dei ponti che consentono il passaggio da un lato all'altro dell'atrio. Si pensa allarmati 'non troverò mai il mio binario'. E invece, nonostante non si mastichi il tedesco, l'Hauptbanhof di Berlino è una delle stazioni più intuitive e più facili da usare, grazie alla segnaletica, tutta in simboli, e alla gentilezza del personale, che passa immediatamente all'inglese, con un sorriso. Se siete in giro per Berlino, non mancate di passarci: vi fermano numerose linee de lla S-Bahn, la metropolitana di superficie, in un perfetto sistema di trasporti integrato, tra treni, alta velocità e metropolitana.


Torino Porta Susa
Inaugurata nel 2012, ha sostituito l'ottocenteso edificio della stazione di Porta Susa ed è la più bella stazione moderna costruita in Italia. Si presenta come una lunga galleria di 386 metri (la lunghezza di un Frecciarossa!), dalla copertura trasparente, dotata di celle fotovoltaiche che ne garantiscono la biosostenibilità. E' concepita su tre piani: al piano interrato ci sono i binari ferroviari, al piano mediano c'è la lunga galleria trasparente, su cui si affacciano da un lato negozi, biglietterie e uffici, e dall'altro, a intervalli regolari, i corridoi che danno accesso ai binari sottostanti. Ponti e scale mobili mettono in comunicazione, al livello superiore, i paralleli corso Bolzano e corso Inghilterra, permettendo agli utenti di entrare nella galleria da qualunque punto si trovino dei due corsi, e ai torinesi di attraversare velocemente la stazione e di passare dall'altro lato. Porta Susa è stata ideata con tre funzioni: è una stazione ferroviaria, con tutti i servizi del caso, è anche una galleria commerciale, che si propone come passeggiata coperta ai torinesi, è anche una cerniera tra due quartieri cittadini, un tempo separati dalla trincea dei binari.


Madrid Atocha
La prima volta che sono stata ad Atocha mi sono persa: la stazione era tutta un cantiere per l'AVE, il treno ad alta velocità spagnolo. Adesso che i lavori sono (quasi) terminati, la stazione è di uso più intuitivo, anche se sempre un po' complesso. In realtà Atocha non è una stazione moderna, è stata profondamente modificata, questo sì, per inserire i treni ad alta velocità e trasformarla in un nodo di interscambio tra trasporto nazionale e locale (ha una fermata anche la metropolitana). Ma non può non stare in questa lista, sia per la profonda trasformazione che ha subito, che ha rivoluzionato la sua mobilità interna, sia per il meraviglioso giardino tropicale del suo atrio. Ospita decine di specie di piante esotiche, provenienti soprattutto da Asia e America, e alcuni piccoli animali, come pesci e tartarughe. E' uno spazio davvero insolito, che i madrileni usano anche per il loro relax (sull'atrio si affacciano, oltre alle biglietterie e ai servizi per i viaggiatori, anche tavolini e bar). Da non perdere neanche il monumento alle vittime degli attentati dell'11 marzo 2014. Bisogna cercarlo perché la segnaletica non è il punto forte di Atocha.


Liegi Guillemins
A Liegi sono stata solo una ventina di minuti, il tempo di una coincidenza per raggiungere Charleroi. Ma è stato sufficiente per innamorarmi della sua stazione avveniristica, sistemata sotto un arco grandioso e luminoso di acciaio e vetro, che lasciava aperta la vista sulla deliziosa piazza sottostante. 'Se non è di Calatrava, di sicuro c'entra lui' ho pensato. Tornata a casa, ho indagato e non mi sono sbagliata: la stazione è opera dell'architetto valenciano e segue, in fondo, la sua poetica. Ampio uso di linea curva, passione per l'acciaio, il vetro e la luminosità, uso razionale e intuitivo per la mobilità dei passeggeri. Anche la stazione di Liegi è stata disegnata su più livelli, con ponti che, al piano superiore, consentono il collegamento tra i binari, raggiungibili con ascensori e scale mobili, e con passaggi che, al piano inferiore, mettono in collegamento i due quartieri di Liegi, separati prima dalla ferrovia. La stazione non ha una facciata vera e propria, dato che funziona anche come una sorta di cerniera tra i due lati della città, ma colpisce per i suoi grandi archi, che segnano una rottura con l'architettura fiamminga che la circonda.


Lisbona Stazione d'Oriente
Ancora Calatrava, per una delle stazioni più belle e suggestive dell'Europa avviata al XXI secolo. Costruita nel 1998, a coronamento dei lavori di riqualificazione dei quartieri orientali, in vista dell'Expo98, la Gare do Oriente è anch'essa organizzata su diversi livelli: nel piano sotterraneo si trova la metropolitana, in quello centrale c'è il piano strada, che consente il collegamento con la rete di autobus locali, al livello superiore ci sono i binari ferroviari. A collegare i tre livelli, c'è una sorta di galleria, che funziona come atrio e come centro di smistamento dei viaggiatori: è al livello sotterraneo ed è illuminata da suggestivi fasci di luce. Ma la caratteristica più notevole di questa stazione sono le coperture, tutte in acciaio e vetro, a esaltarne trasparenza e luminosità. Sui treni ci sono coperture che giocano con le forme, e si aprono a ventaglio. Le pensiline degli autobus hanno anch'esse coperture di vetro e acciaio, che sembrano palme e sono sostenute da capriate di cemento. Tutto è luminoso e avveniristico, Calatrava allo stato puro. Se andate a Lisbona, non mancate di farci un salto (la zona dell'Expo98, sul Tago, oltretutto, ha grande fascino).


mercoledì 27 agosto 2014

Come arrivare a Lussemburgo da Charleroi. Gli autobus Flibco

Mi piace iniziare la sezione I miei viaggi con il Lussemburgo, un Paese piccolo, in genere poco considerato quando si pensa a un viaggio in Europa, eppure ricco di storia e di cultura, sorprendente e affascinante.

Come si arriva nel piccolo Granducato incastonato tra le potenze d'Europa? Dall'Italia il modo più semplice è l'aereo. E se preferite volare con le compagnie low-cost, gli aeroporti di riferimento sono quelli di Charleroi, nel Belgio, e di Hahn (Francoforte), in Germania. Entrambi sono serviti da Ryanair, per cui volare dall'Italia è relativamente economico. Il Granducato, poi, è organizzatissimo: da entrambi gli aeroporti ci sono le navette di Flibco, che partono ogni due ore e portano fino a Lussemburgo.

Io ho utilizzato il servizio da Charleroi, dopo aver acquistato il mio biglietto online. Acquistare il biglietto nel sito di Flibco è piuttosto facile: il sito è in inglese, francese, tedesco, olandese e portoghese (nel Lussemburgo c'è una numerosa comunità portoghese e, tra i vari collegamenti offerti da Flibco, ci sono quelli con il Portogallo). Scelta la lingua, bisogna poi selezionare la località di partenza e quella di arrivo e la fascia oraria di riferimento; la fascia oraria è importante perché stabilisce i prezzi: gli orari meno sollecitati costano solo 5 euro e quelli più richiesti 22 euro. C'è da aggiungere che sugli autobus, se ci sono posti, e a parità di tariffa, non sono così inflessibili su orari e prenotazioni: io, ad esempio, sono arrivata in tempo per prendere l'autobus precedente a quello che avevo prenotato (per prudenza è sempre meglio prenotare l'autobus che parte 'dopo' piuttosto che uno che ha un orario troppo 'in punta' rispetto al nostro arrivo previsto). Ma prima di me c'erano altre persone che avevano prenotato il mio stesso autobus ed erano già in attesa, dunque, giustamente, sono passate prima loro. L'esperienza, però, insegna: se siete arrivati in tempo per prendere l'autobus precedente al vostro, provateci, non si sa mai.

Gli autobus della Flibco si riconoscono facilmente, grazie alle grandi scritte verdi su fondo bianco, che pubblicizzano sia il marchio sia i prezzi speciali. Li trovate all'uscita 1 dell'aeroporto di Charleroi (è la porta più lontana dalla zona degli arrivi, si trova di fronte alla zona delle partenze), la palina è ben pubblicizzata e il personale, che parla francese, è molto gentile. Una volta a bordo, vi aspettano circa due ore e mezza di campagna e colline belghe, in autostrade comode e tranquille. Il Lussemburgo appare subito dopo la bella cittadina di Arlon, caratterizzata da una grande chiesa gotica. Da lì in circa venti minuti si arriva nella capitale del Granducato.

Il capolinea è alla Gare Central, la Stazione Centrale, che collega il Granducato con buona parte delle capitali dell'area, Parigi compresa. Dal grande piazzale antistante la stazione, potete prendere gli autobus per raggiungere qualunque parte della capitale. Se il vostro albergo è nella zona della Gare, andate tranquillamente a piedi: io ho soggiornato al Christophe Colomb, in rue d'Anverse, a soli 10 minuti dalla stazione e quasi a metà strada tra la Gare e il centro storico.

Lussemburgo è una città piuttosto piccola, con tutto a portata di mano: considerate che se soggiornate nel quartiere della Gare, il più economico per i turisti, essendo la città piuttosto cara, il centro storico si raggiunge con una piacevole passeggiata di 15-20 minuti. Il consiglio è di dimenticare auto e autobus e di godersi la capitale passeggiando e camminando: dalla Gare a Kirchberg, il moderno quartiere europeo, sull'altro lato della città, si impiega poco meno di un'ora, fermandosi a guardare le vetrine e a fare foto sul magnifico ponte rosso dedicato alla Granduchessa Charlotte!


lunedì 25 agosto 2014

Alla scoperta delle sei candidate italiane a Capitale Europea della Cultura

Mi piace iniziare il cammino di In viaggio in Europa con un post dedicato all'Italia che guarda all'Europa.

Nel 2019 una città italiana e una città bulgara saranno Capitali Europee della Cultura. Si sono candidate al titolo varie città italiane e le sei finaliste sono, in ordine rigorosamente alfabetico, Cagliari, Lecce, Matera, Perugia, Ravenna, Siena. Data la storia millenaria che ognuna di loro può vantare, è facile immaginarle ambasciatrici di cultura. Hanno raccolto una sfida che questo blog apprezza e che intende sostenere nella sua attività futura: la Cultura come strumento di sviluppo, di lavoro e di futuro per l'Italia.

Nei loro siti ufficiali, tutte candidano non solo se stesse, ma anche il proprio territorio, Cagliari e Matera fanno accompagnare la propria candidatura addirittura dalla loro intera Regione, Perugia è accompagnata dai Luoghi Francescani, Lecce conta su Brindisi e sul tacco d'Italia. Tutte presentano un calendario di attività, offerte e proposte, che testimonia una vitalità e una potenzialità travolgenti.

Dai loro siti ufficiali, le ragioni delle loro candidature.

Per Cagliari 2019, la città "e la Sardegna hanno bisogno di sperimentare un nuovo modello di sviluppo, capace di rigenerare il territorio e rafforzare il capitale sociale. In questo senso la candidatura diventa una straordinaria opportunità per avviare un processo di riflessione e 'reinvenzione' di sé. L’idea portante è quella di contaminare i paesaggi attuali con i linguaggi della cultura e dell’arte per avviare un processo di riscrittura della città e dei suoi luoghi. Ecco cosa significa riscrivere la città su base culturale. La nostra sfida è usare la cultura per attivare nuove energie e guidare il processo di cambiamento della città".

Lecce approfitta della sua posizione geografica privilegiata e si candida per "costruire relazioni coltivando la sapienza del confine. È con questo spirito che il territorio di Lecce e Brindisi porta avanti questa candidatura, forte della sua storia millenaria di ponte sul Mediterraneo. Un ricco melting pot culturale, frutto di scambi, incontri e dialogo con i Balcani, l'Oriente e il Sud del mondo, proiettano Lecce2019 verso il sogno di una nuova Europa nutrita da relazioni, pluralità, orizzonti e prospettive inedite. Dal quarantesimo parallelo è possibile reinventare il futuro e disegnare un nuovo baricentro, trasformare il "mare nostro" nel faro e nel cuore pulsante dell'Unione".

Matera candida con sé l'intera Basilicata e spiega che "dagli anni '50 in poi è stata un importante luogo di sperimentazione, di innovazione, di attrazione di grandi cineasti e artisti, ma anche di feconda ibridazione tra personalità esterne e risorse locali. Matera ha fatto grandi sforzi: da vergogna nazionale a prima città del Sud ad essere nominata patrimonio dell'umanità; da città misconosciuta ad una delle principali città d'arte da visitare; è una città che ha messo in atto alcuni importanti interventi di recupero, ma che non ha ancora valorizzato il suo enorme potenziale culturale". Con la candidatura, intende attrarre non solo il turismo, ma "specializzarsi in settori di servizi ad alto valore aggiunto".

A Perugia pensano alla Capitale Europea della Cultura per "mobilitare tutte le sue energie e quelle del territorio circostante per affrontare la crisi sociale che caratterizza la realtà locale e quella delle città europee di medie dimensioni". Lo scopo è "imprimere una svolta culturale e reinventare il proprio futuro. Per riaffermare l’idea stessa di città, il suo ruolo propulsivo nello sviluppo, come luogo di produzione di idee e innovazione sociale, di dialogo e accoglienza. Una città che punta al recupero della qualità urbana e, in particolare, a una profonda rigenerazione del suo centro storico, contro una modalità di crescita che ne ha frammentato la forma".

Ravenna, tre volte capitale nel mondo antico, si candida perché ritiene che “la sua dimensione, la sua storia, le testimonianze artistiche di cui è ricca, il legame con Dante e le origini della nostra lingua, il rapporto del territorio con l'acqua, delineano un modello di città in cui può ben specchiarsi l'identità italiana. Allo stesso tempo le sue caratteristiche le consentono di interpretare in modo originale quel modello, enfatizzando quei tratti virtuosi che meglio possono metterla in relazione con l’Europa, offrendo un contributo positivo e costruttivo per il futuro europeo. In particolare Ravenna, a partire da una storia che la consacra come luogo di incontro e di dialogo tra culture diverse, antico Ponte tra Oriente e Occidente".

Siena ritiene che la candidatura possa essere " un'opportunità importante di rilancio della sua identità e della sua economia. L'obiettivo della città è infatti quello di diventare un centro di produzione culturale e un polo scientifico-tecnologico di livello internazionale, in grado di creare nuovi posti di lavoro, attrarre risorse e talenti, dare spazio ad una nuova generazione di imprenditori, divenendo meta di un turismo più consapevole”. Dietro di sé c'è la sua intera provincia, con i suoi quattro siti UNESCO, che “rappresentano uno dei patrimoni storico-artistici più importanti del nostro paese e del mondo intero".

Seguire il lavoro delle sei città candidate sarà un viaggio affascinante nella nostra provincia, un'ottima occasione per scoprire città d'arte spesso dimenticate dal turismo mediatico. Se volete scoprire di più sul programma culturale delle sei città candidate, visitate i loro siti web ufficiali: troverete tutte le informazioni (sono siti di uso piuttosto intuitivo, ricchi di notizie ed entusiasmo) e molti spunti per un viaggio per conoscerle meglio.